sabato 27 novembre 2010

Quando si guardano troppi film d'amore americani.

Una costruzione di carte larghe mezzo millimetro che stanno per essere buttate giù dal vento.
Un castello di sabbia che si sta sciogliendo sotto il sole. Mi affaccio alla finestra del castello, sono di sabbia pure io. Malleabile. Apparentemente compatta, ma friabile. Sono fatta di milioni, miliardi di granelli separati, l'uno indifferente all'altro. Ogni pezzetto va per fatti suoi. Scomposta. Divisa. E tu sei l'acqua. Quella che va sulla sabbia e la ricompatta, la incolla, la tiene unita. Ma l'acqua va a sbattere sulla riva anche senza volere, perchè è così che va. Perchè la sabbia non si sposta, e l'acqua fa solo il suo dovere. Ma insomma, se anche la sabbia dovesse andarsene, se tutti i granelli una mattina, indispettiti, dovessero fare le valigie e andare via, non credo l'acqua li seguirebbe. Prenderebbe a compattare altra sabbia. E' il suo dovere, non un suo piacere.
E allora la sabbia rimane lì, perchè le conviene, perchè nonostante tutto, anche se quando il mare si agita e porta con sè sabbia nuova, un po' si ingelosisce, le fa piacere restare là, bagnata, ma perlomeno unita. E non si può neanche darle torto. Che poi, la sabbia è anche un po' stupida. Pretendere di stare insieme al mare. Ma non si rende conto che lei è immobile, e che l'acqua non sta ferma un secondo? E' impossibile! Forse è per questo che si chiamano castelli di sabbia le cose irrealizzabili che abbiamo nella nostra testa.

domenica 14 novembre 2010

14.11.2O1O

Can we pretend that airplanes in the night sky are like shooting stars? 
I could really use a wish right now, wish right now, wish right now.

Scambiare un aereo per una stella cadente è più facile di quanto sembri. In fondo entrambe fanno luce, entrambe possono aiutarti a vedere meglio la tua strada. Un po' come le Luci di Lucilla, le mie lampadine personali. Tanti piccoli punti illuminati che, giorno dopo giorno, e soprattutto notte dopo notte, mi fanno avanzare di un passo, un passo sempre sicuro, sempre deciso. Ognuno ha le sue luci private. Tutti abbiamo quelle cose, quelle persone, in funzione delle quali camminiamo e decidiamo se svoltare a destra o a sinistra lungo la nostra strada. Quante volte però confondiamo una semplice lucciola con il sole. Almeno a me è capitato. E' capitato spesso di trovarmi a dedicare tutte le mie forze e tutte le mie energie a rapporti, a progetti che poi non mi hanno portato da nessuna parte. Come quando mi sono innamorata di quel ragazzo che con me non ci voleva proprio stare, o come quando ho chiamato 'amica' quella ragazza che in realtà era tutto l'opposto. Quelle luci poi, per quanto sembrassero accese e forti, si sono affievolite piano piano, fino a spegnersi. E io mi sono ritrovata a brancolare nel buio, cercando un equilibrio complicato. Cercavo di poggiarmi ai muri che mi circondavano, ma non appena mi sbilanciavo, non facevo altro che cadere. Poi, dopo un po', ho visto come una fiamma divampare davanti a me. E' cresciuta sempre di più. Poi ne è spuntata un'altra, e poi un'altra ancora. Tante piccole candeline che hanno fatto di una stanza buia, un soggiorno illuminato e pieno di bei profumi e di bei ricordi. Ed è di queste luci che io voglio raccontare. 
Anche quando è tutto buio, molto spesso basta smetterla un secondo di cercare di stare in piedi da sè, e tendere lo sguardo. Il 99% delle volte troveremo sempre una lampadina che sta per accendersi. Nell'1% dei casi invece.. siamo stati noi a spegnere tutte le luci, e tocca a noi farle rivivere.
Le luci di Lucilla sono tante, le luci di Lucilla sono belle. Le luci di Lucilla sono la vita di Lucilla.